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La Danza delle Streghe di Tommy Toxic

  • Immagine del redattore: Il Dislessico
    Il Dislessico
  • 2 giu 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Di Giacomo Giannitelli

Lo psicoanalista Jaques Lacan affermava ,in discontinuità con l’opinione comune, che l’inconscio non era sede dell’irrazionalità dell’individuo, degli impulsi e degli istinti, l’inconscio per Lacan è una ragione, diversa da quella della vita diurna, ma che allo stesso modo è una manifestazione di una verità, non è quindi irrazionale l’inconscio ,ma risponde a regole linguistiche ed espressive diverse e per questo viene semplificato indicandolo come abisso sommerso della psiche dell’individuo. I testi di Tommy Toxxic sono esatta manifestazione dell’inconscio nella concezione che Lacan ha di questo, flussi di coscienza oscuri ed allusivi che risultano di difficile comprensione proprio perché essendo esatta trascrizione dell’inconscio seguono regole sintattiche diverse e le connessioni tra le varie immagini e i concetti espressi dall’autore possono solo essere intuiti ma mai compresi profondamente. I testi di Tommy Toxxic sono liberi dalla censura del Super io e raccontano le sfere più profonde della psiche dell’artista, la scrittura diventa così uno strumento di analisi per comprendere meglio gli incubi che lo perseguitano. Nel disco vengono alla luce tutte le anime che coesistono nell’artista, trovano posto l’autocelebrazione e la rabbia in tracce come Gargoyle ed Emrata, l’autodistruzione e la sofferenza in Voci e Ossa rotte, tutto il disco vive in bilico tra le due voci di Tommy Toxxic. I temi affrontati sono sempre pesanti e dolorosi da affrontare per il rapper romano dalla depressione all’autodistruzione, solamente nelle tracce in cui è accompagnato da un altro cantante la scrittura diventa meno intima e i temi sono i più canonici del genere, non cambia però lo stile dei testi, che rimane sempre particolare e non convenzionale.

A differenza del modo di cantare e di scrivere che non è cambiato rispetto al disco precedente, le produzioni del disco si sono evolute e l’introduzione di più strumenti musicali ha aiutato la piena riuscita dell’album, i produttori che hanno lavorato al disco scelgono di sperimentare inserendo in un album trap elementi mai visti, come il violino presente nella traccia conclusiva del disco, “Sciamano”.

Fin dalla copertina è chiara l’ispirazione principale dell’estetica del disco, è una rielaborazione infatti del dipinto “Il sabba delle streghe” di Francisco Goya, un’artista che ha ispirato la musica di Tommy Toxxic che ha in comune con il periodo della “maniera oscura” del pittore spagnolo lo stile onirico e oscuro.

La danza delle streghe non è un prodotto accessibile al grande pubblico ma rappresenta un livello di sperimentazione che il genere non aveva ancora raggiunto, su tutti i livelli; Tommy Toxxic conferma di essere un artista unico nel panorama musicale italiano con questo disco che rappresenta un’evoluzione dal già riuscitissimo Ghost, la presenza di produttori diversi esalta le doti dell’artista romano e grazie alla presenza di artisti affermati nel grande pubblico come Franco126 avrà la possibilità di ampliare il suo pubblico senza aver tuttavia snaturato la sua identità artistica.

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