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Giuseppe (ar)Conte

  • Immagine del redattore: Il Dislessico
    Il Dislessico
  • 4 giu 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Di Edoardo Racchetti

Il vagante corpus di decreti emanato dall’esecutivo incarna appieno il tracotante sistema burocratico nazionale. Soffoca cerimonioso tra queste carte perverse "Giuseppi l’Azzeccagarbugli" che, a differenza del celeberrimo personaggio manzoniano, ha accolto i luculliani capponi, infarciti di task forces. Il velario di Montecitorio, lacerato dalla grandinata di Dpcm Contiani (a testimonianza della nostra volubile democrazia, inanellata nel principio di sorveglianza parlamentare) palesa l’ormai consueta propensione del Premier a un atteggiamento neotirannico, concretatosi in un’arcana dispersione dei poteri tra ministri (non più servitori, come suggeritoci dall’etimologia, bensì concessori) e veline~virologi televisivi, tutti accatastati intorno allo Speculator Populi, nel nome di un’ampollosa θεραπευωκρατία scolpita nell’inaudito modus adhibendi del Presidente del Consiglio. Poteva un governo partorito per scongiurare le clausole di salvaguardia Iva e l’esercizio provvisorio del potere, con padre Renzi e madre Grillo, assumersi l’incarico di traghettarci al di fuori della più grande crisi dal secondo dopoguerra nel corso di quella che è forse la più patetica legislatura della storia Repubblicana, tanto da essere stata quasi abrogata nella primavera 2018? Sarà C(ar)onte, il traghettatore, lo speculator azzeccagarbugli, a rassettare le macerie d’un Paese

azzeccagarbugli, a rassettare le macerie d’un Paese non più desto? Un governo che favella su gretti decreti economici, paragonabili a miseri assorbenti, dalla lapalissiana futilità? Noi, recintati da una giungla d’autocertificazioni, παράδειγμα del malsano apparato statale, senza apostrofare una sillaba, tacciamo.

 
 
 

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