Donne Come Soggetto e Oggetto
- Il Dislessico
- 7 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 13 apr 2020
Di Sofia Timpani
Prendo spunto da una lezione che ho seguito durante l’autogestione assieme alle femministe di Non Una Di Meno, riprendendo semplicemente le somme di un dibattito vivissimo ai nostri tempi, senza andare alla ricerca di risposte giuste o sbagliate, nel tentativo piuttosto di porsi il giusto interrogativo.
Partiamo dunque dalla premessa che l’essere umano è un essere fallibile e per natura vizioso. Capita non di rado che, nel bene e nel male, ci ritroviamo a giudicare le persone, talvolta in modo costruttivo, talvolta per puro pettegolezzo, quasi con cattiveria. Figurarsi tra giovani poi, con il boom di Instagram e altri social dove i ‘mi piace’ e i commenti sono pane quotidiano e vige indiscussa la libertà di pensiero. Ipotizziamo di questa vostra non proprio amica, la quale posta una foto con una scollatura molto profonda o un vestito molto attillato, si mette largamente in mostra, facendo capolino tra le vostre stories. Scommetto sia capitato a tutti qualche commento acido, specialmente se in compagnia di un confidente, per i più audaci forse anche qualche epiteto più diretto. Vengono facilmente altri esempi, forse ancor più calzanti, sempre su internet o addirittura in tv, dove talvolta le modelle sono più scoperte e imbellettate, giovani e avvenentissime, per aumentare l’audience o la popolarità. Si pensi anche solo a programmi il cui pubblico è ben più vecchio di quello di Instagram, come i conosciutissimi Striscia la Notizia o L’Eredità, nei quali sono immancabili le veline.
Mi chiedo dunque, arrivando al cuore dell’argomento, queste ragazze, come la vostra amica su Instagram, stanno affermando la loro autodeterminazione e il loro sentirsi belle e soddisfatte per come si mostrano e si sentono, o sono ancora schiave dello stesso sistema che per vendere anche solo dei cotton fioc schiaffa una foto di una donna sorridente nella pubblicità? Parliamo di donne che si sentono emancipate, libere di mostrarsi a loro piacimento, o di ragazze che credono di doversi ostentare per un secondo fine?
La seguente questione è parte fondante della stessa società che ti incoraggia ad essere te stessa ma esige un modello più che preciso e stereotipato di bellezza femminile. È davvero una perfezione legata al nostro gusto personale o mira indirettamente all’accettazione altrui? Ad alcuni sembrerà questione superficiale e di poco conto, ma bisogna ricordare che queste stesse problematiche sfociano in un secondo momento negli accesi dibattiti riguardo, ad esempio, le molestie sessuali la tutela della privacy, la piaga sociale che è il revenge porn. Per portarvi altri spunti di riflessione ed estremi opposti di quelli appena riportati: sento spesso di donne che vantano di utilizzare la propria femminilità per evitare una multa o farsi offrire da bere, scaricando perlopiù il peso di pregiudizio sociale sull’uomo, che ai nostri giorni dovrebbe esserne esente.
Credo la risposta non sia da cercare in chi si mostra, ma in chi guarda, chi giudica. Se fossimo tutti più distaccati dalla maliziosa sessualizzazione delle nudità e se superassimo la visione della donna come mero oggetto in funzione del desiderio altrui (fortunatamente una situazione che sta lentamente vedendo un miglioramento), se fossimo anche meno competitive tra di noi e più aperte al confronto anziché alla contesa, la situazione si distenderebbe in favore di tutti. Dovremmo innanzitutto rifiutare di attenerci a un solo modello, non parlo di semplici mode ma di veri dogmi sociali, ed essere padrone della nostra persona e indipendenti dalle nostre fattezze, far valere il nostro carattere e le nostre capacità a prescindere del nostro aspetto. Scopritevi, dunque, se lo ritenete giusto, di certo non vi si dice di infrangere i codici penali, solo quelli sociali, ma soprattutto non fatelo per gli altri, per l’approvazione, per i complimenti o per chissà cosa, ma fatelo in primis per voi stesse, per come vi sentite meglio e, soprattutto, siate tolleranti con le altre proprio come dovete pretendere che le altre siano tolleranti con voi.
Estendo il discorso anche all’altro sesso: ragazzi e ragazze con la stessa responsabilità e possibilità di professare la vostra emancipazione e di rispettare quella degli altri, il vostro coraggio di distaccarvi dalla massa e trovare un vostro personalissimo modo di mostrarvi, per quanto possa essere difficile alla nostra età. A volte, diciamo, basterebbe un commento cattivo in meno
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